di La Faglia
– Ieri ho trovato questo libro. Ho cominciato a sfogliarlo, finché a un certo punto del racconto due persone si trovano su un treno, dentro la cabina di un vagone, una a fianco all’altra. Sentono un brivido anche solo nello sfiorarsi, che si fa sempre più esplicito fino al punto da sentire un’irrefrenabile voglia di toccarsi, di entrare dentro i vestiti l’uno dell’altra. Leggerlo ha cominciato a eccitarmi e dentro di me è partita tutta una fantasia.. Scusa, forse mi dovrei fermare.
– No no continua. La vorrei sentire la tua fantasia, se ne hai voglia
– Ne ho voglia, di raccontartela, è solo un po’ strano.
Lo faccio, ma in qualsiasi momento fermami se sto andando oltre
– Ho voglia di leggerti, di sentirti
– La mia fantasia si muove dentro una piccola barca a remi sul fiume, fa molto caldo, molte vibrazioni, altrettanto silenzio e alcuni sguardi intensi
– Ti seguo. Gli sguardi sembrano toccare la pelle
– Il silenzio è rotto da una voce un po’ bassa e mossa di lei che le dice: “vorrei fermarmi qualche ora in quella piccola insenatura. Insieme a te”. Lei si imbarazza, prova a rispondere mascherandolo, ma sente salire la temperatura e con la voce udibilmente rotta che ostenta freddezza dice che può vedere se è possibile legare la barchetta lì vicino.
Schiude le gambe e comincia a rilassare le spalle.
Sente che con grande delicatezza le si sta sedendo dietro la schiena, sente il suo respiro accaldarle il collo e l’orecchio. Quindi si lascia andare, molla i remi,chiude gli occhi e si abbandona al petto e tra le braccia di lei che le sta dietro, sempre di spalle, come si fa da bambini nel gioco del trenino.
Le punta delle dita scivolano con delicatezza lungo le cosce, avanti e indietro. E piano piano scendono verso l interno coscia, ma sfiorano appena.
Risalgono dall’ombelico, fino a sfiorare i capezzoli.
Lei comincia a muoversi in mezzo alle cosce tra le quali è seduta che la stringono sempre più. Si aggrappa con le mani a braccia larghe alle sponde della barchetta e comincia a gemere.
Sui suoi capezzoli sente un’eccitazione intensa, quasi commossa. Vorrebbe sentirsi toccare ovunque adesso. Vorrebbe la sua lingua al centro del suo piacere.
Continua tu
– Le mani da dietro iniziano piano a sbottonare i pantaloncini di lei, per sussurrarle dolcemente nell’orecchio “posso?”. Lei risponde che forse qualcuno potrebbe vederle, ma l’altra risponde che non passa mai nessuno da lì, l’insenatura è troppo nascosta. La vede sfilarsi tutti i vestiti mentre sono ancora l’una dietro l’altra, vederla così la eccita molto e lascia scorrere lo sguardo su ogni punto della pelle man mano che questa si scopre, passandovi le mani, carezzandola piano. Lei dietro si sfila la maglia da sé mentre sente sopraggiungere le mani che le afferrano tutto, pantaloni e slip, e sfilano via, non con pochi movimenti goffi di lei, per cui sorridono insieme. I corpi riprendono la danza, come se non l’avessero mai lasciata solo che ora tutto è amplificato, i corpi si sentono, si sfiorano, si scivolano addosso, sono accaldati, cominciano proprio a sudare. I movimenti e le onde che essi compongono diventano un unico mare, attraversato da respiri profondi ma che si fanno sempre più serrati. Il sole è ancora caldo. Le schiene diventano archi, i capelli di lei, mentre si volta, sfiorano il viso che le sta dietro, mentre il respiro da dietro incalza e quello davanti attrae, si incontrano, in un tumulto di fiati. La mano che la cinge da dietro ora la stringe più forte, la pressione che fa con le dita tra le cosce si fa più profonda, poi le dita diventano un palmo.. ci vuole una minuscola pausa. Il palmo della mano passa su ogni tremito, passa ora nell’incavo dell’inguine, per scorrere leggera sui peli umidi e sfiorare la clitoride. Tutto molto lentamente. Trova un sussulto improvviso e un gemito nella voce. E scorre ancora di là, nell’altro incavo. Vorrebbe avere la lingua proprio lí, mentre la lingua è quassù e le loro bocche umide si sfiorano per la prima volta ora. E non aspettava altro. L’attesa aveva reso quelle labbra una fonte preziosa, lei da dietro sente una voglia di baciarla come se avesse sete, mentre i loro corpi si muovono di nuovo su e giù, a un ritmo armonico prima lento, poi più forte, in una danza scandita dal loro piacere, che si amplifica in ogni punto in cui i due corpi si toccano. Le loro bocche iniziano a giocare, saltare, mordersi appena. Non riescono a prendersi e così giocano a rincorrersi, i corpi sono troppo veloci ora nel salire e scendere perché le labbra possano fermarsi le une sulle sulle altre. Così entrambe annunciano una lingua che va in cerca di quelle labbra, che inizia a muoversi quasi come fosse laggiù. Giocano e ridono. a volte si trovano, in piccoli morsi, guance che sbattono, si strusciano, mentre i gemiti risuonano di una felicità rappresa, eterna, pur conoscendone entrambe la brevità.
Poi una sospensione, il battito decelera, e una sospensione del respiro, mentre i corpi sono attraversati da contrazioni e tremiti di ogni genere, cos’è? Non è un orgasmo, ma quasi lo sembra. Lei pensa di non saper bene dove di preciso, ma diverse parti del suo corpo stanno avendo un orgasmo, la pelle, il collo, i seni, il ventre quasi incollato a a quella schiena, a quelle spalle. Si lascia andare a un sospiro di piacere profondo ed ecco che il battito riprende. Le bocche si afferrano finalmente, si avvinghiano, le lingue si conoscono, si riconoscono, si prendono tutto lo spazio, sfiorano entrano girano escono, i corpi sono sospesi perché sono finiti dentro quelle bocche. Sono lì dentro. Le mani si fanno lingue le lingue si fanno mani. Lei davanti compone una rotazione dolcemente mentre quel bacio non riesce a sciogliersi, si guardano negli occhi. Non succedeva da un po ed è una bella sorpresa. Sorridono molto, la rotazione è quasi totale e adesso lei che da dietro finisce davanti, in un abbraccio che sembra non essersi mai arreso troppo nonostante le onde e le oscillazioni leggere della barca.
Ora da qui le da una piccola spinta, come per buttarsi nell’acqua assieme fingendo che sia stata un’ondina, i riflessi sono tutti orientati al piacere cadrebbero in un attimo perché non temono pericoli. Così si lasciano spingere l’una dall’altra ridendo come due che si fanno i dispetti quelli dolci perché si vogliono bene, e finiscono in acqua, dove i corpi nudi e tutti i sensi sembrano esplodere, o aprirsi, come sbocciare ancora, i corpi si rinfrescano e loro sono pronte a ricominciare.
– È tardo pomeriggio e dopo l’ennesimo orgasmo e l’ennesimo bagno, si asciugano al sole e si vestono per raggiungere il mare e poi la spiaggia, la grande festa, il falò! Il loro volto é rilassato e stanco allo stesso tempo per le poche ore di sonno e le tante ore d’amore. Prendono tutto il vento in faccia, gli schizzi d’acqua ogni tanto si guardano e si accarezzano dolcemente. Non servono parole.
Sanno entrambe che a quella festa incontreranno, dopo tanto tempo, persone per nulla indifferenti per l’una e per l’altra e che si manterranno distanti nel corso della serata.
Ciascuna dentro di sé si sta chiedendo se faranno ritorno insieme e sarà bello come l’andata. O se è stata solo la passione di un giorno. O ancora se la notte che le aspetta sull’isola stravolgerà di nuovo le loro vite.
Intravedono la costa alla quale approderanno, tante persone, musica, un falò e attorno soltanto mare e una natura selvaggia.
Lei attracca e guardandola negli occhi le dice: “Beh, ci vediamo in giro nella serata”
E l’ altra, un po’ confusa dall’affermazione, risponde “Divertiti!”
– Una volta raggiunta la folla di persone le due incontrano tanti sguardi di amiche e amici, per entrambe diversi incontri scaturiscono grandi abbracci, risate, sorrisi. Lei si sente stordita e ancora pervasa da tutto quel piacere in espansione, il respiro è rilassato come lo è solo dopo un pomeriggio di godimento. C’è molto buio, i suoni e i canti sono tra le poche cose che scandiscono il senso dell’orientamento. E il falò. Il buio finisce dove iniziano i lampi del falò, che disegnano i contorni dei volti e illuminano gli occhi della gente. Presto si accorgono che senza esserselo detto quei lampi di luce diventano un appuntamento certo in cui trovarsi, potersi scambiare sguardi fugaci. In un primo incontro uno di quegli sguardi dura un istante solo ma sembra un fulmine impetuoso, le scorre un brivido lungo la schiena,, rilascia fuoco, calore, e poi scompaiono nel buio. Poi ne segue un altro, dopo qualche giro di giostra tra la gente contenta, questa volta con un sorriso di lei che è un misto tra imbarazzo e voglia di toccarla dentro e dappertutto e ricominciare fino a domani. Sente discendere un piccolo fiume per pochi secondi, d’improvviso, come una scia di tutti gli orgasmi provati prima, un altro brivido. Poi scompaiono nel buio. Si perdono di vista per un po’, si lanciano in canti e tuffi in mare notturni, risate, birre.
Quando si ritrovano sembra già quasi albeggiare, stanno andando via quasi tutti intorno, l’una, passando, accenna all’altra una carezza su un fianco, con la mano tiepida, mentre si avvicina al falò per aggiungere gli ultimi pezzetti di legno. L’energia scaturita dal loro tocco ha avvolto tutta la riva di nuovo, per un secondo. Non sanno niente di che cosa è capitato all’una o all’altra con le persone che non erano loro indifferenti. Se ne vanno tutti e qualcun altro si accascia qua e là. Si avvicinano, non sentono il bisogno di dirsi niente. Sembra rimbombare ancora quel sospiro morbido sulla sua bocca, sulle spalle, tra i capelli. Si sdraiano sulla riva. Sono stanche. Si stendono insieme appartandosi un po’, si lasciano andare sulla sabbia e si abbracciano come fossero una la coperta dell’altra. Fa un po’ freddo. Si addormentano aspettando il sole che scaldi la loro pelle salmastra.
– Che sensazioni ti da?
– Ti vorrei rispondere senza freni
– Via i freni insieme alle (mie) mutande :p
– E’ stato come nuotare in mare, ho provato ad immaginarmi il tuo respiro, un po’ credo di averlo sentito, su di me, è durato tutto moltissimo tempo, con movimenti lenti, di tutto il corpo, in mezzo ai fiumi di un’eccitazione intensa. Ho sentito come aprirsi tutto, e un po’ riuscivo a sentirti sfiorarmi. Ti ho baciata un’infinità di volte. Troppo?
– E’ stato così anche per me. Ti sentivo toccarmi e godere, ti sentivo dentro e sentivo il tuo bagno di calore. Ti immaginavo sussurrarmi delle cose e di farlo a mia volta. Mi ha pervaso la voglia di scendere con la bocca tra le tue gambe, lentamente. Sentendo il tuo piacere sulla mia lingua.
– Inizio a scendere, a leccarti baciarti il collo le clavicole un seno poi l’altro, mi fermo sul capezzolo per poi discendere nell’incavo, scendo poi piano passo la lingua leggere sull’inguine con le mani navigo sui tuoi seni, inizio a leccarti sentendoti godere mentre allarghi le braccia e ti tieni alla barca.
– Mi da un senso di rilassatezza e fiducia abandonarmi a dormire con te su una spiaggia all’alba. Senza dirci una parola. Sentire poi i sensi riprendere la voglia. Ti propongo di spostarci, quando mi sento già di nuovo bagnata. Non ho fretta di andarmene da lì ma voglia di guardarti e lasciare il mio corpo libero di fluire. Magari rinfrescarci nell’acqua, sentire l’odore della tua pelle.
– I sensi si risvegliano come sento la tua mano che mi sfiora, la tua voce che mi propone un posto dietro la roccia, mi dice che lì c’è un antro sicuro.
– Voglio portarti dietro la roccia a fare l’amore
– Ci andiamo.
– Voglio farti sentire l’effetto che mi fai portandoti la mano tra le mie gambe
– Sento tutto il tuo calore che pulsa
– Mi sembra di sentire la tua lingua girare attorno piano e poi lentamente dirigere il mio piacere, farmi spalancare le gambe, la testa indietro e le mani aggrappate alle rocce al mio fianco.
– Con la lingua alterno piccole pressioni, poi riesco, piano giro attorno, rientro, affondo, ti sento godere e le tue mani finiscono sulle mie spalle, con forza mi tieni, invochi di più, allargando ancora di più le gambe.. ti lecco ancora e ancora, con le mani raggiungo i tuoi seni mentre inizi a tremare
– Vorrei gridare di godimento, tremo ancora più forte e penso che il mio piacere stia per esplodere nella tua bocca vorrei dirti cose a metà tra qualche porcata e smancerie romantiche
– Dimmi un sacco di porcate, smancerie, urla, tutto, i tuoi movimenti e i tuoi gemiti diventano il mio godimento, mentre la mia lingua va in profondità. Mentre esplode il tuo piacere esplode anche il mio, rimango ansimante a leccare tutto quello che c’è.
– Mi sono bagnata tutta, non voglio smettere, continuerei tutta notte
– Io ti vorrei qui, vorrei continuare a sussurrarti all’orecchio tutte le mie fantasie, mentre sento le tue mani tra le mie gambe, dentro un lago di piacere.