che roba è Hormony?
Hormony è un laboratorio permanente di autoinchiesta e narrazione sulla sessualità e sul piacere, concepito nel peccato nel febbraio del 2020.
Nasce come progetto di scrittura erotica, nella volontĂ di liberare gli immaginari condizionati dalla cultura violenta e sessista in cui viviamo e per contribuire a crearne di nuovi. Proviamo a costruire uno spazio erotico narrativo orientato alla rivoluzione e alla dissidenza sessuale, per una cultura del consenso, per chi ha voglia di eccitarsi leggendo e scrivendo, ma anche ascoltando. Infatti, Hormony ha in cantiere progetti di poRcast per chi ha le orecchie come canale preferenziale di ricezione.Â
Hormony è un corpo umido, grasso, voluttuoso. Può essere invocata gemendo, ansimando o schioccando la lingua. E’ pigra. Disprezza il lavoro. Non sopporta le gerarchie.
La sua più grande volontà è godere.
cosa NON è hormony?
Non è un libretto di istruzioni. Non insegna come godere, non promuove posizioni.
Non vende nessuna veritĂ , non dĂ nessuna certezza.
Puoi godere come, quando e quanto vuoi, o non farlo proprio.
a chi parla?
A chiunque non si riconosca nelle narrazioni dominanti sulla sessualità , sull’erotismo, sul desiderio.
A chi vuole provare a costruire un immaginario in cui si parli apertamente di consenso e di safer sex.
A chi vuole eccitarsi e godere, infilandosi nei meandri dell’esplorazione del corpo tutto e dei corpi tutti.
A chi ha intenzione di scoprire e riscoprire i meravigliosi e numerosi mondi in cui perdersi oltrepassando le porte del piacere.
A chi ha bisogno di riempire la testa di aria, avvolgere il ventre nelle fiamme, inzupparsi nei fluidi del corpo.
cosa prova a raccontare?
Hormony è un laboratorio permanente, in continuo divenire, uno spazio collettivo dove raccontare storie di sesso, corpi, amore, desideri, piaceri, o anche di godimenti mancati e frustrazioni; di frizzantezze spiazzanti, improvvise, erotiche, porno, hard, soft, pop, kink, gore, food, vanilla, quello che viene fuori dalle fantasie di ognun*.
Non cerca di avere una forma narrativa predefinita: può essere racconto, poesia, mezzacosa, scarabocchio, pagina di diario.
Vuole raccontare storie vissute o immaginate liberandole dalle costrizioni, dagli imbarazzi, dalle imposizioni, dalle aspettative. Hormony vuole raccontare il piacere, adora stuzzicare, ammiccare, eccitare. E’ qui per farci mollare gli ormeggi, varcare i limiti, guadagnare le profondità .
Hormony crede nella cura reciproca come principio fondante del piacere, per questo è attenta alle diverse sensibilità di chi scrive e di chi legge. Le osservazioni ricevute sono elaborate collettivamente e contribuiscono a modificare e migliorare la rotta di volta in volta.
Hormony si identifica come antisessista, antifascista, antirazzista e cerca di promuovere immaginari erotici che non siano specisti, abilisti e grassofobici.
Hormony si propone di contribuire alla tessitura di un mondo in cui il sesso e il piacere non prescindâ’¶no dal consenso. Con questo progetto vogliamo conoscere e confrontare insieme le forme e temporalitĂ diverse della sua espressione, verbale e non verbale, prima, durante, sussurrato o gridato. Tuttavia sappiamo che nessuna persona è liber(at)a dai condizionamenti e purificata dalla cultura eterocispatriarcale in cui cresciamo: proprio per questo Hormony non ha la pretesa di indicare una veritĂ assoluta, ma si pone in ascolto e in discussione. Ha chiaro però qual è il suo orizzonte: esplorare la zona di contatto tra la liberazione delle nostre fantasie e l’autoinchiesta
Per questo il progetto Hormony si orienta in due direzioni ⇄: la prima di ricerca, la seconda di scrittura. Nella prima ci si esercita a lasciar andare, liberare fantasie, esprimere piaceri, sospendendo il proprio e l’altrui giudizio rispetto ai modi diversi di godere e non godere; nella seconda, parallela, si vuole stimolare una narrazione che espliciti consenso e safer sex, perchĂ©, come ci insegna il post-porno, non è per niente detto che scrivere di queste pratiche equivalga a farsela scendere.
cosa NON vuole raccontare?
Hormony nasce ironicamente da una critica rabbiosa ai libretti “Harmony”, punta di diamante della letteratura erotica piĂą accessibile e diffusa. Gli hArmony sono una fucina tempestosa di stupri, stalking, prevaricazione maschile, violenza eterocispatriarcale, spacciata per “atto d’amore e fuoco di passione”.Â
hOrmony si propone di contribuire a distruggere la cultura dello stupro, per godere di sesso e piacere secondo un approccio piĂą sicuro e consensuale.
E’ qui per lanciare sassi contro il patriarcato ma godendo furiosamente e dolcemente.
con che linguaggio?
Il giorno della nascita di Hormony ci siamo dette che non stava a noi affibbiarle un genere, decidere della sua identitĂ , stabilire se fosse una “lei”, un “lui” o un *.Â
Quel giorno abbiamo deciso che avremmo usato un linguaggio diverso, creativo, neutro, ma non neutralizzante. Ma quando abbiamo iniziato a mettere su carta le voglie, le perversioni e i desideri, ci siamo accorte che quel neutro non ci bastava, non poteva esprimere la varietà delle fantasie né la moltitudine delle identità .
Per fortuna Paul Preciado ci è venuto in aiuto:
“Il punto non è privilegiare un suffisso (femminile o neutro) per promuovere un’azione di discriminazione positiva, o inventarsi un nuovo pronome che possa sfuggire al dominio maschile e che possa designare una posizione enunciativa innocente, un’origine nuova e pura della ragione, un punto zero da cui dovrebbe nascere una voce politica senza macchia. A dover essere messe in crisi sono le tecnologie di scrittura del sesso e del genere, e le loro istituzioni. Non si tratta di sostituire un termine con un altro. Non si tratta di sbarazzarci delle marche di genere o dei riferimenti all’eterosessualità , ma di modificare le posizioni enunciative”
P. Preciado – Manifesto Contra-sessuale
Per questo abbiamo deciso di partire da “posizioni enunciative rovesciate”.
Vale a dire: non c’è uniformità nei linguaggi in cui sono elaborati i contenuti di tutti i filoni Hormony (diari, racconti, poesie, poRcast…) perché nessuna scelta stilistica (femminile universale, “u” neutra, asterisc*, pronome plurale “loro”, schwa, perifrasi neutralizzanti…) di per sé è in grado di smontare la costruzione delle soggettività nel sistema eterosessuale naturalizzato e restituire una presa di parola pura delle devianze, delle non conformità , delle marginalità . Piuttosto, quello che cerchiamo di decostruire, smontare e mettere in crisi sono le strutture che istituiscono quel linguaggio, partendo da posizioni di deriva, di eccedenza, di superamento, raccontando pratiche impronunciabili e scabrose oltré i tabù, provando a descrivere immaginari che si sgancino dal canone eteronormato, ridisegnando le relazioni e mettendo in discussione il processo di formazione delle nostre fantasie, dei nostri desideri, della nostra sessualità .
Hormony, in questo momento, si identifica con il pronome femminile, ma se improvvisamente ci chiedesse di passare al “lui”, così come al “loro” o a nessun pronome in favore di altre costruzioni sintattiche, noi, in un battito di ciglia, faremmo esattamente ciò che vuole.